Trentaquattro
anni fa,
esattamente
l'11 agosto
1980 il
brigadiere
Pietro
Cuzzoli di
Caprarola e
l'appuntato
Ippolito
Cortellessa
di Vivaro
Romano, nel
giorno di
santa
Chiara,
affrontando
il rischio,
sono
barbaramente
uccisi da
alcuni
terroristi.
Giorni prima
la strage
della
stazione di
Bologna:
momenti
difficili e
violenti in
Italia ed
anche la
città dei
Papi,si
appresta a
pagare un
tributo di
sangue nel
rigurgito di
anni
definiti di
"piombo".
I due
carabinieri
a bordo
della
gazzella
Alfa 1800 si
dirigono
sulla Cassia
alla ricerca
di
pericolosi
malviventi
che hanno
appena
compiuto una
rapina ai
danni della
Banca del
Cimino al
quartiere
Pilastro.
Ignari vanno
incontro
alla morte
proprio a
Ponte di
Cetti, per
mano di
spietati
terroristi
di Prima
Linea
(estrema
sinistra),
nata in
Lombardia
nel 1976.
Mimetizzati
tra un
gruppo di
persone che
attendevano
il pullman
per Roma,
invece di
esibire i
documenti
richiesti
dal Cuzzoli,
gli sparano,
nonostante
abbia
reagito
ferendo
gravemente
il
terrorista
Michele
Viscardi,
poi
pentitosi.
L'appuntato
Cortellessa,
arrivato a
Viterbo nel
1979 con la
mansione di
conduttore
di automezzi
veloci,
accorre in
difesa del
collega, ma
viene
colpito,
anche lui
mortalmente,
da uno dei
componenti
del commando
terroristico.
Ponte di
Cetti
diventa così
il simulacro
di un atto
eroico
compiuto da
due
appartenenti
alla
gloriosa
Arma dei
Carabinieri,
due onesti
padri di
famiglia:
l'appena
trentenne
Cuzzoli con
una moglie,
una bambina
ed un figlio
in arrivo ed
il
cinquantenne
Cortellessa
padre di due
figli.
Entrambi
lasciano
soli i loro
cari
nell'estremo
sacrificio
per il bene
dell'Italia!
"Onorare
solennemente
i nostri
caduti al
servizio del
cittadino,
per non
dimenticare
due uomini a
cui dobbiamo
sicurezza e
serenità",
queste le
parole
dell'omelia
nella
chiesetta di
Ponte di
Cetti, in
occasione
della
cerimonia
per il 34°
anniversario
del feroce
eccidio dei
due
carabinieri
caduti
nell'adempimento
del dovere.
Triste
episodio
della storia
della
Benemerita,
celebrato
proprio
quest'anno
in cui cade
il
Bicentenario
della
fondazione
dell'Arma
dei
Carabinieri.
Composte le
due vedove
con al petto
la Medaglia
d'Oro al
Valor
Militare,
come a
testimoniare
l'ennesimo
atto d'amore
di due donne
accompagnate
dai propri
figli, che
rendono
ancora una
volta
omaggio, in
questo
giorno così
fatale e
doloroso.
Momenti
toccanti
anche
durante la
deposizione
della corona
d'alloro nel
luogo
dell'eccidio,
con
l'amorevole
abbraccio
del Generale
di Divisione
Comandante
Legionale,
Gaetano
Maruccia,
che ha
accompagnato
Luisa
D'Ambrosio
Cuzzoli e
Beatrice
Principe
Cortellessa
dinanzi alla
lapide
eretta nel
luogo del
martirio dei
loro mariti.
L'Arma si è
stretta
ancora una
volta
accanto ai
familiari di
due colleghi
che hanno
pagato con
la vita il
loro essere
"Nei secoli
fedele".
Ricordato
anche il
maresciallo
di
Montefiascone
Antonino
Rubuano (M.O.V.C.
) morto
anche lui
nello stesso
giorno, in
un incidente
durante
l'inseguimento
di
un'autovettura
in cui si
riteneva
fossero in
fuga gli
altri
componenti
del
commando.
Tra le
Autorità
presenti:
per la
Prefettura
Francesco
Tarricone;
per la
Provincia il
vice
presidente
Paolo
Equitani;
l'assessore
Giacomo
Barelli, in
rappresentanza
del sindaco
Leonardo
Michelini.
Il sindaco
di Vivaro
Romano (di
cui era
nativo
l'appuntato
Cortellessa)
Francesco
Mezzaroma.
Per l'Arma
il
colonnello
Mauro Conte
del Comando
Provinciale
di Viterbo,
il capitano
Alfredo
Tammelleo ed
il
comandante
del Nucleo
Informativo
Augusto
Gioiosi.
Per la
Guardia di
Finanza il
tenente
colonnello
Domenico
Castagliola.
Commossi i
numerosi
componenti
dell'Associazione
Nazionale
Carabinieri
Sezione
Maresciallo
Cuzzoli con
il
presidente
Bernardino
Colageo.
Tra il
gruppo di
Vivaro
Romano anche
il cugino
dell'appuntato
Cortellessa,
anch'egli ex
carabiniere,
che l’ha
ricordato
come un uomo
buono e
coscienzioso.
Fiero di un
cittadino
come lo
scomparso
appuntato
anche il
sindaco
Francesco
Mezzaroma,
cui si è
aggiunto il
diacono
Nazzareno
Cerini con
commosse
parole nei
riguardi di
questi eroi
del nostro
tempo.
Laura Ciulli