La
        "storia" del Teatro di Documenti inizia nel 1981
        quando Luciano Damiani si lascia tentare dalla possibilità
        di realizzare finalmente in concreto la sua idea di
        teatro. "Se volevo fare un Teatro fuori degli
        schemi tradizionali non avevo altra scelta: avrei dovuto progettarlo e
        realizzarlo con le mie forze. Questa
        volta l'occasione era sotto casa mia, a Roma". Così Damiani decise
        di mettersi al lavoro, con le proprie
        forze, per realizzare nella zona delle grotte seicentesche del Monte
        Testaccio il "Teatro di Documenti".
         
        Ha
        inizio la realizzazione del progetto di uno spazio teatrale composito a
        più piani sovrapposti.
        Da
        allora i lavori di sistemazione fervono occupando gli anni dall'82
        a1l'87, quando risulta finalmente completo
        il primo lotto del teatro: la parte della luce,
        del sogno, cui segue
        l'immediato avvio della sistemazione
        del secondo lotto: la parte dell'ombra,
        del reale in seguito,
        altre modificazioni si sono aggiunte,
        - oggi vediamo uno spazio bianco e un grigio argento
        ed altre probabilmente se ne aggiungeranno
        qualora dovesse avverarsi un nuovo sogno, quello dell'ampliamento del
        Teatro di Documenti
        ad altri "magazzini" adiacenti.
         
        Ciò
        che Damiani intende realizzare è la creazione di un teatro teso a
        rompere e rivoluzionare i limiti imposti
        dalla struttura architettonica delle sale tradizionali: "Non
        intendo limitarmi a trattare il rapporto
        uomo-attore e scena, ma uomo-attore e teatro, con il criterio
        dell'esperienza immediata, progressiva,
        applicata all'architettura del teatro che sono andato elaborando nel
        corso degli anni, per approdare,
        nel Teatro di Documenti, al coinvolgimento totale della sala, del
        palcoscenico e anche degli
        spazi normalmente adibiti a camerini e depositi di attrezzeria.
        Arrivando così ad uno schema di teatro
        dove il "sogno" si contrappone al
        "reale", il Teatro
        della luce da una parte e il Teatro dell'ombra
        dall'altra e, al centro il palcoscenico e l'orchestra fusi in un unico
        "corpo"... In questo spazio,
        agibile tridiniensionalmente, il pubblico
        è stimolato a condurre un'esperienza che lo vede impegnato
        anche nella dimensione
        dell'attore". 
        
        
         
        Nel
        1987 al Teatro di Documenti viene conferito il Premio della Critica
        Teatrale, mentre nel 1988 nasce l'Associazione
        "Teatro di Documenti" fondata da Luciano Damiani, Luca Ronconi
        e Giuseppe Sinopoli.
					
					Nel
        1988, quindi, con l'inaugurazione della "Mostra di un Teatro"
        sull'attività teatrale di Damiani ed il concerto
        "Kammersimphonie" di Schonberg, diretto dal M° Giuseppe
        Sinopoli, il Teatro di Documenti lascia
        l'attività laboratoriale per porsi come "spazio agito": uno
        spazio teatrale inconsueto ma, nello stesso
        tempo, "conosciuto", "stimolante", in cui lo
        spettatore può prendere posto sulla scena, il che gli consente
        di usufruire delle diverse sollecitazioni derivate
        dall'architetto"a del luogo e dall'azione teatrale
        che può "avvenire" in tutte le direzioni.